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Amministratori del territorio in difesa della Provincia di Oristano

08/07/2013  - 

Difesa della Provincia di Oristano, nessun neo-centralismo, funzioni e competenze devono rimanere nei territori, un processo di riforma condiviso con i Comuni.

Sono queste, in estrema sintesi, alcune delle considerazioni più significative emerse oggi nel corso dell’incontro tenutosi nell’aula consiliare del Comune di Oristano e voluto dal Sindaco Guido Tendas, all’indomani del decreto di commissariamento delle 5 Province sarde su 8 da parte del Presidente Cappellacci e della sua maggioranza.

Un primo incontro al quale seguiranno degli altri, ha precisato il sindaco Tendas, che saranno propedeutici a prendere coscienza di una riforma importante che inciderà fortemente, in un modo o nell’altro, nelle comunità amministrate. Con Guido Tendas e Massimiliano de Seneen seduti fianco a fianco a presiedere l’assemblea, erano presenti la parlamentare Caterina Pes, i consiglieri regionali Gian Valerio Sanna, Antonio Solinas e Mario Diana, una delegazione di assessori e consiglieri provinciali ed una qualificata rappresentanza dei sindaci dei Comuni della provincia, una ventina quelli presenti, mentre è stata sottolineata l’assenza di buona parte dei sindaci ma anche quella dei consiglieri regionali del PDL, dell’UDC e dei Riformatori e dei due assessori regionali dell’Oristanese.

Convocato per sostenere la presenza della Provincia di Oristano in questo quadro normativo e istituzionale di grande confusione ma anche per difendere il principio democratico del rispetto del mandato elettorale degli amministratori eletti dal popolo, l’incontro è stato occasione per l’apertura di un dibattito tra gli amministratori locali sugli scenari che si prospettano, su quale dovrà essere il ruolo dei Sindaci nel processo di riforma e su come affrontare problematiche sino ad ora semplificate, da parte della politica regionale, in previsione dell’abolizione dell’ente intermedio.

Certamente si deve rispettare il volere del popolo che con il referendum si è espresso per l’abolizione delle Province, ha premesso il sindaco Tendas, ma i cittadini non hanno inteso con questo abolire funzioni e competenze e tanto meno spostarle a Cagliari. Da questa considerazione, secondo il sindaco di Oristano, si dovrà partire per ripensare ad un sistema degli enti locali che ponga gli interessi delle comunità al centro dell’organizzazione del territorio. “Ma sino a quando la riforma non sarà cosa fatta, la Provincia di Oristano va difesa e deve essere respinto il tentativo di sopprimerla. Inammissibile, poi, mandare a casa chi è stato democraticamente eletto”.

Il rispetto delle regole prima di tutto è stato richiamato anche dal presidente della Provincia Massimiliano de Seneen, che sottolinea l’esigenza di una legge organica sui diversi livelli dello Stato mentre bolla come inconcepibili le posizioni di una parte del Consiglio regionale con passaggi legislativi macchiati di illegittimità, mentre è evidente il pericolo di una nuova gestione centralistica in dispregio al Titolo V della Costituzione. Ribadisce, il presidente de Seneen, la cecità strumentale nel sottovalutare le difficoltà che emergeranno nelle dimensioni sovra comunali, che dovrebbero essere amministrate da consiglieri eletti e non da sindaci, ognuno dei quali è eletto e risponde alle esigenze della propria comunità.

Dal presidente de Seneen è stato portato all'attenzione dell'aula anche il neo disegno di legge costituzionale presentato nei giorni scorsi dal Governo Letta, che fa un po’ di luce sulle intenzioni di riforma a livello nazionale. Un testo normativo che però solleva più di una perplessità, in particolare tra i consiglieri regionali presenti che ne contestano l’applicabilità anche alle Regioni a Statuto speciale, a cui non viene riconosciuta alcuna autonomia. Il problema sarà certamente oggetto di dibattito parlamentare.

Altre però le indicazioni presenti nel disegno di legge: al di là dell’articolo 1 di abolizione dalla costituzione del termine Province, gli articoli 2 e 3 disegnano un nuovo quadro delle autonomie locali che tiene conto delle funzioni di governo di area vasta, che prevede una Unione dei Comuni la cui definizione sarà riservata alle Regioni previa intesta con i Consigli delle Autonomie.

Un dettato normativo che sarà perentorio, inoltre, non solo sull’impossibilità di creare nuovi enti, agenzie e organismi per svolgere le funzioni di governo di area vasta, ma che ne decreta anche l’immediata abolizione in tutte le Regioni. Ciò pone la parola fine, se e quando il disegno diventerà legge, al trasferimento delle funzioni delle Province alla Regione, così come si ipotizzava per esempio con la creazione di una Agenzia regionale per la Viabilità, richiamata più volte nel corso del dibattito.

Forti critiche al commissariamento sono giunte anche dai consiglieri regionali.

Mario Diana, ex presidente della Provincia di Oristano, ha biasimato l’operato, sotto ricatto, del presidente della Regione Cappellacci e della sua maggioranza, sottolineando però il colpevole silenzio di tutti in occasione del referendum, forse sottovalutato e comunque è mancato il coraggio, in quell’occasione, di sostenere l’utilità dell’Ente.

Gian Valerio Sanna, anch’esso ex presidente dell’Ente di via Carboni, ha ribadito quanto già ampiamente esposto nel corso del dibattito dei giorni scorsi in Consiglio regionale sull’illegittimità del decreto di commissariamento, invitando i consigli provinciali delegittimati a continuare a convocarsi e riunirsi. Il consigliere Sanna ha sostenuto la necessità di arrivare alla scadenza di mandato naturale degli Enti, cosa che consentirebbe di avviare un serio processo di riforma. In questo senso, la posizione di Gian Valerio Sanna ed anche di buona parte del gruppo regionale del PD è chiara: rafforzare l’ente intermedio, accorpando in un unico soggetto istituzionale competenze oggi svolte da una miriade di enti e organismi, tra questi i Consorzi industriali e i Consorzi di Bonifica.

Per Antonio Solinas, come d’altronde anche per gli altri consiglieri regionali, va difesa l’autonomia della Regione contro il disegno di legge del Governo Letta. In ogni caso, il riordino degli enti intermedi deve essere posta in essere solo attraverso la condivisione con i territori.

Il deputato oristanese Caterina Pes punta il dito, invece, al tentativo generalizzato di un nuovo accentramento amministrativo, contro i quale è necessario avviare una lotta che garantisca l’autonomia dei territori e delle Regioni.

Diversi gli interventi dei sindaci presenti, tutti a sostegno della Provincia. Una difesa dell’ente intermedio che nasce soprattutto dall’esperienza quotidiana sul campo e dalla conoscenza delle problematiche che, se non affrontate con cognizione di causa, rischierebbero di travolgere tutto il sistema. Per questo viene con forza richiesto l’intervento da parte dell’ANCI, associazione richiamata anche dall’assessore provinciale Alessandro Murana, che critica apertamente il ruolo politico “che non le compete” svolto dal suo direttore.

Un intervento atteso, quello di Murana, tenuto conto che fa parte dei Riformatori, primi sostenitori dell'abolizione delle Province. L’assessore provinciale, in minoranza all’interno del suo partito contro questa campagna politica e mediatica anti-Province, lancia una precisa accusa ai propri colleghi regionali di partito sul perché non sia ancora stata attuato lo svuotamento dei Consigli di Amministrazione degli enti regionali, all’interno dei quali siedono gli stessi Riformatori. “Chiedo ai consiglieri regionali presenti che si facciano carico di interrogare il Consiglio regionale sul perché di questo ritardo sull’applicare un esito referendario, molto più semplice di quanto possa essere abolire un ente costituzionale”.

Il richiamo all’intervento dell’ANCI arriva anche da parte di Pierfrancesco Garau, sindaco di Arborea e di Andrea Santucciu, sindaco di Marrubiu, quest’ultimo a sottolineare come gli alti costi degli enti si debbano ricondurre anche alla spropositata crescita dei dirigenti.

Due i consiglieri provinciali interventi al dibattito, Battista Ghisu, già promotore di interventi a difesa della Provincia e sull’incostituzionalità degli atti adottati dal Governo Monti, illegittimità confermata giorni fa dalla sentenza della Consulta. Argomenti di violazione della costituzione ripresi anche da Stefano Figus, che mette in evidenza lo scenario poco chiaro posto in essere dal governo nazionale e regionale.

Difesa della Provincia anche da parte dei consiglieri comunali presenti: Salvatore Ledda ha sostenuto la necessità di difendere il patto tra cittadini e istituzioni, Giuseppe Obinu ha sottolineato come per risparmiare sarebbe sufficiente annullare l’acquisto degli aerei F35, mentre Roberto Martani si pone l’interrogativo di chi e in che modo potrà esercitare le funzioni sovra comunali di cui si occupano le Province.