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Giacinto d'acqua, risorse ferme in attesa della Regione

28/05/2013  - 

Le preoccupazioni espresse nei giorni scorsi dal sindaco di Riola Sardo Ivo Zoncu sul rischio di una nuova invasione del giacinto d'acqua lungo il Rio Mare Foghe sono ampiamente condivise dall'assessore provinciale all'Ambiente Emanuele Cera.

"La Provincia è pronta a utilizzare le risorse disponibili per attuare quel piano di interventi già programmato per tempo - precisa l'assessore Cera - ma ancora una volta la Regione non risponde con la tempestività necessaria in questi casi".

L'assessore si riferisce alle autorizzazioni obbligatorie e necessarie per poter attuare gli interventi che ricadono in un'area protetta. Autorizzazioni che fanno capo a diversi assessorati regionali e da tempo richieste dalla Provincia. Una prima richiesta di parere è stata inoltrata lo scorso 2 febbraio 2013 al SAVI, il servizio dell'assessorato regionale della Difesa dell'Ambiente, ma ancora nessuna risposta è pervenuta in merito. Un secondo parere è stato richiesto all'Assessorato regionale all'Agricoltura e Riforma agro - pastorale, che ha la competenza nel settore della pesca, per l'autorizzazione ad intervenire all'interno dello stagno, in quanto lo stesso è in concessione alle cooperative della pesca. Parere richiesto il 19 aprile 2013 e autorizzazione regionale pervenuta alla Provincia nei giorni scorsi.

"Come assessorato all'ambiente stiamo monitorando costantemente la situazione - ha detto l'assessore Cera, che ricorda come - "la Provincia è stata da subito a fianco dei Comuni interessati per contrastare il fenomeno di infestazione e gli interventi sinora posti in essere hanno consentito di limitare fortemente una situazione alquanto critica, che rischiava di diventare incontrollabile".

Le risorse disponibili attualmente, circa 400 mila euro, sono state assegnate dalla Regione alla Provincia a seguito della richiesta inoltrata nel 2012. Lo scorso anno la stessa Provincia ha anticipato 100 mila euro per la rimozione meccanica della pianta infestante e sin dal dicembre del 2012 si è dotata di un programma per l'utilizzo delle risorse, nel quale sono definiti i singoli interventi tra cui quello di rimozione meccanica del giacinto d'acqua, uno studio scientifico finalizzato ad appurare le cause dell’infestazione e ad individuarne le possibili soluzioni, l’eventuale sperimentazione di differenti metodi di contrasto alla proliferazione della pianta e il monitoraggio del corso d’acqua.

"E' indispensabile che l'assessorato regionale all'Ambiente rilasci quanto prima la necessaria autorizzazione che consenta di intervenire prima che il giacinto d'acqua, con l'aumento delle temperature, si diffonda complicando ulteriormente la bonifica, sia in termini finanziari che operativi".