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Oristano e il riordino delle Province

24/08/2012  - 

L’argomento del riordino delle Province ed il pericolo che questo travolga anche quella di Oristano è stato trattato nel corso di una seduta delle Commissioni consiliari unificate disposta dal presidente dell’Assemblea Mauro Solinas. Aprendo i lavori Solinas ha sostenuto che tra l’opinione pubblica matura l’idea che chiudere la Provincia significhi un impoverimento del territorio, in quanto vengono declassati Enti e Organismi statali e componenti della società organizzata, con inevitabile chiusura e rimodulazione degli uffici la possibile chiusura o trasferimento di alcuni di questi, la riduzione di personale, la mobilità. Occorre quindi mettere insieme una regia e puntare ad una conferenza programmatica.

Meno pragmatico il consigliere sardista Efisio Trincas, il quale, pensando anche alle posizioni di del consigliere regionale del suo partito Paolo Maninchedda, schierato per la cancellazione delle Province, propone un manifesto di denuncia, un’assemblea popolare, manifestazioni a Cagliari e a Roma e poiché non si deve essere schiavi, la indizione di un referendum per uno stato autonomo della Provincia di Oristano.

Non è tenero il consigliere dell’UDC, Salvatore Crobu, che in aula esibisce la lista di quanti hanno aderito al comitato referendario tra i quali spuntano i nomi del suo collega di gruppo Bepi Costella e del consigliere del PDL Efisio Carta. Costella ha subito precisato di aver aderito quando gli obiettivi del comitato erano altri, Carta afferma di non aver mai sottoscritto l’adesione. Allora smentite, afferma Crobu perché anche ieri i Riformatori sono tornati sull’argomento della abolizione delle Province. Posizioni inaccettabili, ha proseguito il consigliere che ha denunciato alcune falsità che a suo dire sarebbero contenuti nell’elenco delle persone che hanno aderito al comitato per i referendum ed in particolare due nominativi di Busachi definiti consiglieri comunali quando invece non lo sono, proponendo l’adozione di una delibera da inviare ai comuni per confermare o meno la conferma della permanenza della Provincia di Oristano.

Alfredo Mameli di Fortza Paris si è dichiarato perplesso circa l’adozione di una delibera da inviare ai sindaci, lascia il tempo che trova in una situazione generale dove nessuno pensa a conservare la Provincia. Mameli sottolinea il fatto che è difficile trovare strade per iniziative credibili ma occorre approfondire il confronto per definire una strategia, rimarcando anche il fatto che senza poteri e risorse è inutile restare. Secondo il consigliere la preoccupazione maggiore è quella della perdita dei servizi mentre si potrebbe anche proporre una terza Provincia nel centro Sardegna, alternativa a Cagliari e Sassari.

Battista Ghisu del PD si è chiesto se il parametro dei 350 mila abitanti sia applicabile anche alle Regioni a Statuto Speciale, concorda, ma con cautela, sulla proposta di delibera proposta dal consigliere Crobu e si sofferma sulla soppressione di uffici e servizi con gli apparati che diminuiscono e vengono spostati altrove. I cittadini, osserva, hanno avuto poca consapevolezza ed ora ci sono ripensamenti ma occorre spiegare lo stato delle cose attraverso una lettera, un manifesto, un’iniziativa forte in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale.

Mario Tendas PD rileva che ci sarà un impoverimento del territorio e che occorre un’analisi con dati di fatto e sulle ripercussioni che il riordino provocherà. Un quadro di riferimento per capire la portata delle misure e questo prima di andare a chiedere pronunciamenti e adesioni.

Serafino Oppo del PDL chiede un raccordo con le organizzazioni sindacali per definire l’entità degli uffici e servizi interessati al riordino e sul problema denuncia il silenzio delle forze politiche.

Renzo Ibba dell'UDC afferma che si è in presenza di un dibattito fiacco, scontato ma non è tutto finito, osserva il consigliere, in quanto dobbiamo far pronunciare il Consiglio regionale e in quella sede occorre disputare e vincere la partita. Importante il ruolo dei territori, con i quali ci si deve confrontare sulla base di una relazione sulle conseguenze del riordino mentre i capigruppo del Consiglio devono produrre un documento unitario da portare ai capigruppo del Consiglio regionale. Rispondendo all’osservazione del consigliere Oppo il rappresentante dell’UDC ha sostenuto che il suo partito, ai diversi livelli, sostiene la permanenza della Provincia di Oristano.

Roberto Scema del PD osserva che una delle ipotesi è quella di mantenere le quattro Province storiche e che la valutazione terrebbe conto di specifiche specialità non necessariamente ancorate al parametro del numero della popolazione.

Stefano Figus dell'Italia dei Valori ha riconfermato il parere perché si attivi un rapporto con il Consiglio regionale, organo legittimato a stabilire il riordino. Deve essere una battaglia istituzionale ha aggiunto il consigliere anche in relazione al fatto che stanno emergendo ipotesi per mantenere tre Province su quattro.

Il presidente della Provincia Massimiliano de Seneen ha dichiarato che al confronto con la Regione ci si deve andare con un mandato forte, espresso da una assemblea ed ha voluto precisare che la Corte Costituzionale, ad esempio, può anche non pronunciarsi accogliendo la legge ordinaria varata dal Governo. Aspetti complessi da discutere e verificare al momento, ha proseguito il presidente della Provincia, ribadisco che non stiamo difendendo poltrone, che si avverte il peso del regime in prorogatio, il fatto che non possiamo programmare e che si è sostanzialmente ai livelli di Ente di secondo livello.

Oristano, ha soggiunto il presidente de Seneen, rischia una pericolosa contrazione di interessi a favore di altre aree dell’Isola e occorre sovvertire tutto questo puntando sulla sensibilizzazione dei cittadini e delle forze sociali nel convincimento che perdere lo status di Provincia rappresenta un danno incalcolabile.