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Riflessioni sul dopo referendum

17/05/2012  - 

L’esito del voto referendario ha avuto come unico immediato effetto quello di bloccare le attività e avviare lo scioglimento delle Province di Gallura, Ogliastra, Medio Campidano e Sulcis-Inglesiente, producendo un clima di grande confusione e incertezza che rischia di estendersi e coinvolgere anche le altre quattro Province storiche, anche queste sottoposte a referendum pur se consultivo.

Un risultato, come sottolineato dalla presidenza dell’Unione Province Sarde, ottenuto sul filo di lana se si considera che i votanti per il quesito n. 5 per abolire le Province storiche, a livello regionale il quorum è stato del 35,49% e a livello di singole province Medio Campidano, 42,51,%, Cagliari 38,11%, Sassari 37,22%, Nuoro 34,74%, mentre non è stato superato in Gallura, 26,86%, Ogliastra, 28,70%, Sulcis-Inglesiente, 31,42%, Oristano 33,08%.

C’è da ritenere che se nella indizione dei referendum fosse stato applicato il secondo comma dell’art. 43 dello Statuto Sardo “con legge regionale possono essere modificate le circoscrizioni e le funzioni delle province, in conformità alla volontà delle popolazioni di ciascuna delle province interessate espressa con referendum”, le conseguenze sarebbero state ben diverse, praticamente nulle.

Per quanto riguarda gli altri quesiti sottoposti a referendum la sensazione è che il risultato, ad esempio, non avrà immediate conseguenze sulla riduzione da 80 a 50 dei consiglieri regionali eletti, l’abolizione della legge sulle loro identità, l’elezione diretta del Governatore, l’abolizione dei consigli di amministrazione di enti e agenzie regionali, l’assemblea costituente per il nuovo Statuto.

Nel frattempo si è innescato un meccanismo all’interno del quale occorre trovare nuova dimensione politica e organizzativa ai territori e comunità compresi nelle Province che si vuole abrogare..

"Al momento, osserva il presidente della Provincia di Oristano Massimiliano de Seneen, regna l’incertezza e la confusione in attesa dei deliberati che coinvolgono il Governatore, la Giunta, la Commissione Autonomia e il Consiglio regionale che ha nominato quattro esperti per capire e tamponare il caos amministrativo nel quale è precipitata la Sardegna dove, pur in maniera legittima, al risultato del voto referendario, sono state affidate decisioni che a monte richiedevano approfondite conoscenze tecnico-giuridiche che al momento neppure la Regione è in grado di spiegare e risolvere".

Legittimi gli interrogativi del presidente della Provincia di Oristano, il quale rileva che il sentimento di antipolitica, che è stato alla base della campagna referendaria, ha in maniera immotivata individuato le giunte e i consigli provinciali quali rappresentanti di una casta con proposte miranti a ridurre i costi della politica (quasi) al solo livello provinciale, mentre dopo lo studio della Bocconi, anche la Luiss conferma la deriva del tutto conntradditoria e fourviante su un tutto sommato modesto risparmio degli oneri previsti per gli organi di governo provinciali (a livello nazionale pari a circa 65 milioni di euro), senza tenere conto dei conseguenti certi e indebiti costi aggiuntivi che deriverebbero dai nuovi assetti organizzativi.

Il tutto, afferma ancora la Luiss, è frutto di una deriva fourviante e in macroscopico contrasto sia alle norme costituzionali vigenti, sia alle attese, finora frustrate, di una attuazione coerente della riforma autonomistica approvata nel 2001 con la novella del titolo V della Costituzione.