Il Presidente della Provincia di Oristano, Massimiliano de Seneen, in carica dal 3 Giugno del 2010, interviene sulla proposta di “soppressione Enti Intermedi”, ovvero per l’abolizione delle Province prevista dal disegno di legge costituzionale approvato l’8 settembre 2011 dal Consiglio dei Ministri.
D Presidente, molti gli interrogativi che restano sull’efficacia della manovra economica di Ferragosto e già si parla di correttivi
R La manovra approvata definitivamente il 14 settembre 2011 è poliedrica. Alcuni aspetti faranno sentire il proprio effetto nel tempo, altri immediatamente, ma l’aumento del costo del debito pubblico, gli interessi che occorre pagare per finanziarlo, non lascerà spazio agli investimenti e, quindi, allo sviluppo.
D In primis a pagare sono le Province con il loro scioglimento e i Comuni con nuovi ordinamenti non ancora definiti. Non le pare che i costi della politica siano ben altri?
R La manovra prevede, in effetti, una consistente riduzione del numero dei Consiglieri e dei componenti la Giunta. Nella nostra Provincia, in particolare, passeremo da 24 a 12 Consiglieri e dalla possibilità di nominare 8 assessori a 4. Mi sembra un buon contributo alla manovra. Per ogni centro di costo bisognerebbe accertare il rapporto tra costi e benefici e, di seguito, provvedere alla soppressione di quelle strutture che non sono indispensabili per i cittadini, costano troppo e rendono poco, come i cosiddetti enti inutili. Anche su certi privilegi sarebbe opportuno avviare una ricognizione seria.
D Per le Province esiste uno spazio istituzionale e operativo e una legislazione regionale che ha attribuito nuovi compiti e funzioni?
R Come ha di recente ribadito il senatore Enrico La Loggia, presidente Le Province, presidente della Bicamerale per il Federalismo, intervenendo alla recente Assemblea Straordinaria dell’Unione Province Italiane, il problema non è quello di sciogliere questo o quell’Ente ma di verificarne l’effettiva utilità e questo nell’ambito di un riordino complessivo dell’assetto istituzionale. E’ fuori discussione che l’attuale sistema non regge più ma è sbagliato puntare il dito contro questa o quella Istituzione senza avere chiari gli obiettivi cui puntare.
Per quanto riguarda gli articoli della Costituzione che riguardano l’ordinamento della Repubblica e, quindi, anche delle Province, lo stesso La Loggia ritiene che siano compresi in quella parte della Costituzione che, a suo tempo, gli estensori vollero non modificabile.
Anch’io, come altri, penso che tale modifica sia di difficile comprensione anche a seguito del trasferimento di deleghe e funzioni da parte di Stato e Regione vedi Centri Servizi per il Lavoro e quelli trasferiti con la Legge Regionale n. 9/2006 Sarebbero al contrario, da completare i trasferimenti da tempo previsti e mai attuati..
D Quali le azioni e iniziative per contrastare la proposta di scioglimento delle Province
R Forse in maniera tardiva è scesa in campo l’Unione Province d’Italia. Le proposta di scioglimento delle Province erano da tempo comprese in diversi programmi elettorali e forse era necessario contrastarle prima. Ora ci sono contatti con il Governo ma finora i risultati non sono appaganti. Attualmente è in atto la raccolta di firme per sostenere lo scioglimento. Stiamo cercando di convincere i cittadini che la prestazione ottimale di alcuni servizi è strettamente connessa all’ente intermedio e che altri, per loro natura, non possono avere la stessa efficacia ed efficienza.
D Non le pare che sarebbe stato più opportuno procedere ad un riordino territoriale ridisegnando gli ambiti delle Province?
R Le Province sono una realtà importante nel rapporto con gli Enti Locali e le altre Istituzioni intermedie. E’ una catena che non si può spezzare ma razionalizzare procedendo al loro riordino, evitando sovrapposizioni, ma l’ottica e il principio devono essere quelli di non privare i territori della propria autonomia e della tutela che derivano dal fatto di essere un Ente previsto dalla Costituzione.
D Il disegno di scioglimento è comunque ancora incerto. Si deve modificare la Costituzione, si deve legiferare a livello di Regioni, ma cosa pensa dell’ipotizzato trasferimento dei compiti e funzioni finora attribuite alla Province?
R Dico solo che le Regioni, compresa quella nostra a Statuto Speciale, non sono nate per operare direttamente ma per legiferare, e questo dovrebbero continuare a fare, o occuparsi di problematiche di gestione che attengano all’intero territorio regionale (l’esempio può essere quello molto recente dei collegamenti Sardegna-Continente).
Dal punto di vista dell’economia di gestione ritengo, ritengo che le Province siano in netto vantaggio rispetto alle Regioni.
D Non le sembra un passo indietro con il possibile pericolo di creare un immenso e ingestibile carrozzone politico-amministrativo?
R Si il timore è di innestare una retromarcia nel momento in cui lo Stato imposta il suo essere non sulla sua centralità ma sul federalismo diffuso, quindi il decentramento nei territori. Il pericolo è quello di una deriva centralistica e sicuramente si rischia un passo indietro rispetto alla volontà che in tema di federalismo hanno più volte espresso i due rami del Parlamento.
D Non le pare che l’Italia delle Autonomie e dei Piccoli Comuni venga stravolta da una manovra che non rimette in sesto l’economia e non riavvia il sistema produttivo?
R Il pericolo di una mortificazione di questo sistema è evidente. Occorre lavorare per invertire la tendenza.
D In questa fase la Provincia di Oristano come si comporterà per proseguire l’attuazione dei suoi programmi e dei suoi impegni?
R La Provincia di Oristano proseguirà la sua attività secondo le linee tracciate nelle Dichiarazioni Programmatiche e questo prescindendo dal fatto che non esistono certezze sui tempi e modalità di un eventuale scioglimento, peraltro convinti come siamo che il territorio abbia necessità di andare avanti secondo un programma definito e non di entrare in una condizione comatosa più di quanto derivi dalle limitazioni imposte.
D Su questi temi ha intenzione di coinvolgere il Consiglio Provinciale?
R Si è già concordato con il presidente del Consiglio provinciale di discutere quanto prima questi argomenti attraverso una riunione preliminare della Conferenza dei Presidenti di Gruppo per poi attivare una discussione in Consiglio provinciale, propedeutica alla stesura di un documento unitario.