} Provincia di Oristano | Censimento dei cormorani, per Ghisu necessari nuovi criteri
Logo della Provincia di Oristano

Provincia di Oristano - sito web ufficiale

Censimento dei cormorani, per Ghisu necessari nuovi criteri

11/06/2025  - 

La popolazione dei cormorani nei compendi ittici dell’oristanese, notevolmente aumentata negli ultimi anni, ha provocato e sta provocando ingenti danni alle produzioni locali di tipo estensivo in un contesto sociale ed economico ormai sempre più fragile. La difesa di questi sistemi produttivi costituisce azione prioritaria per il governo di questa Provincia, in uno scenario che vede storicamente i pescatori vivere della pesca minacciata da questa specie protetta.

“Considerato che le zone umide della Sardegna sono gravate da questo flagello che ogni anno distrugge il patrimonio ittico e diminuisce il reddito dei pescatori arrecando un danno al patrimonio pubblico regionale lagunare  – spiega l’amministratore della Provincia Battista Ghisu -  e che questa specie è tutelata e protetta dalla Direttiva Uccelli 2009/147/CEE, con la maggior parte delle zone umide gravata da altri vincoli quali Oasi di Protezione Faunistica e di cattura, aree SIC, ZPS, Rete natura 2000, dovrebbe essere l’Unione Europea a farsi carico dei danni provocati a livello comunitario e risarcire gli Stati membri vista l’imposizione dei vincoli inderogabili che vengono rispettati dalla Regione Sardegna”.

La stima è necessaria per quantificare il danno reale nella Regione Sardegna e i giusti indennizzi potrebbero essere investiti dalla Regione in attività di salvaguardia degli habitat e degli ambienti lagunari e nello stesso tempo aumentare le quote di risarcimento alle cooperative e ai consorzi di pescatori invogliando una ripresa occupazionale nel settore pesca.

“Per questi motivi - aggiunge Battista Ghisu - considerato che a brevissimo dovranno essere adeguate le linee guida della Regione, ho chiesto all’Assessore all’Ambiente e all’Assessore all’Agricoltura un intervento per la rivisitazione generali delle norme sui censimenti in capo alle Province, in modo tale da superare questa criticità nella stima dei danni fortemente contestata dalle Associazioni di categoria e dai pescatori delle lagune in concessione”.

I compendi ittici dell’oristanese, dati in concessione dalla Regione Sardegna alle cooperative e ai consorzi di pescatori, rappresentano il 50% delle zone umide della Sardegna e gran parte sono inseriti in Oasi di Protezione Faunistica e di cattura, ricadono in Siti di Interesse Comunitario e in Zone di Protezione Speciale (siti natura 2000), siti nei quali vengono adottate misure straordinarie di salvaguardia di specie ed habitat.

A fronte di un aumento vertiginoso del numero dei cormorani si è registrata una forte diminuzione dei pescatori dovuta principalmente alla diminuzione del reddito delle cooperative e dei consorzi per l’effetto dell’attività predatoria di questa specie, vero flagello delle lagune. A questo si aggiunge la crisi delle produzioni ittiche dovute a negli anni a continue morie a seguito delle mancate manutenzioni che hanno portato a interrimenti degli sbocchi a mare che hanno impedito il naturale ricambio dell’acqua portando fenomeni anossici nelle lagune di Marceddi, Corru s’Ittiri, S’Ena Arrubia, Is Benas, Santa Giusta e stagno di Cabras. Disastrosa la moria avvenuta oltre 20 anni, fa che portò alla distruzione dell’intero patrimonio ittico nello stagno di Cabras.

Le Associazioni di categoria e i pescatori hanno sottolineato che i piani di dissuasione in loco si sono rivelati inefficaci, in quanto la presenza dei cormorani è almeno il doppio o il triplo di quelli censiti nelle nostre lagune e ogni cormorano mangia un quantitativo di pesce ben oltre le medie stimate. Tra l’altro, nei periodi fuori dagli esigui abbattimenti, che chiudono il 31 gennaio, i cormorani sino al mese di aprile, prima della ripresa della migrazione, sono ancora più voraci perché si preparano alla ripartenza, aumentando i danni al sistema economico delle lagune che consentono a 500 famiglie nell’oristanese di sopravvivere in questo contesto. Solo per fare un esempio, il Consorzio Pontis ha segnalato che i danni allo stagno di Cabras dovuti all’attività predatoria dei cormorani supera i 2 milioni di euro all’anno e la manodopera è scesa da 350/400 a circa 120 unità e questo vale anche per tutti gli altri sistemi produttivi lagunari.

E’ evidente che i danni alle produzioni ittiche non sono solo da ricercare nel prelievo predatorio delle specie ittiche allo stadio adulto ma si deve tenere in considerazione l’effetto moltiplicatore del prelievo degli avannotti che non hanno scampo predati e mangiati da parte di questi uccelli molto voraci. A questo si somma il danno dovuto all’azione di disturbo provocato da migliaia di cormorani che dai dormitori si spostano nelle lagune, spaventando il pesce e ostacolando le normali attività di pesca in quanto il pesce si rifugia nei bassi fondali sfuggendo ai sistemi di cattura, con i cormorani che prelevano il pesce anche nei lavorieri.

I siti abitualmente invasi dai Cormorani sono 4: San Giovanni Marceddi, Corru S’Ittiri, S’Ena Arrubia e Mistras. Secondo l’ultimo censimento effettuato dalla società incaricata dalla Provincia, nel mese di gennaio sono stati rilevati nei dormitori di Mistras 4601 cormorani che si spostano a mangiare nello stagno di Cabras. La tabella di gennaio ha rilevato che il numero medio dei cormorani censiti nello stagno di Cabras sono stati giornalmente 2150. Considerato che i cormorani del dormitorio di Mistras si nutrono esclusivamente a Cabras, significa che mancano all’appello 2451 cormorani che da soli predano 1 tonnellata e 225 kg di pesce ogni giorno, non conteggiata nei danni generali. Questo accade anche negli altri compendi di San Giovanni Marceddi, Corru s’Ittiri, S’Ena Arrubia, Is Benas, Mistras e direi anche nello stagno di Santa Giusta.

Il meccanismo per la stima del danno è ancora più complicato e non tiene conto dei numeri reali ma solo delle medie. Il numero dei cormorani censiti in attività di pesca ogni giorno risulta ridotto, in quanto diviso per i 5 rilevamenti del censimento e il totale delle medie giornaliere, mensili e bimestrali viene ulteriormente diviso per 2. Il risultato finale è quello di non considerare in attività predatoria il numero effettivo dei cormorani presenti, ma solo il numero medio decisamente inferiore alla realtà. Le associazioni di categoria e i pescatori hanno contestato questi meccanismi di calcolo e l’inadeguatezza delle linee guida relative al censimento dei cormorani, perché tali norme non consentono di stimare il danno economico reale subito dagli operatori del settore.