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PROBLEMATICA AMIANTO, INCONTRO IN PROVINCIA

24/04/2025  - 

Si è svolto mercoledì 23 aprile 2025, nella sala Giunta della Provincia, l’incontro promosso dall’Amministratore Straordinario, Battista Ghisu, con l’Associazione ex Esposti Amianto, guidata da Giampaolo Lilliu. Presenti all’incontro Antonello Arca, Ugo Deidda, Franco Pasquini, Giuseppe Massidda, Domenico Cuozzo e il Dirigente del Servizio Ambiente della Provincia, Raffaele Melette, accompagnato dalle funzionarie Manuela Urracci e Luigia Neri. Tema dell’incontro le delicate tematiche sanitarie ed ambientali che riguardano l’intero territorio provinciale e la Sardegna.

In Sardegna Giampaolo Lilliu e la sua Associazione sono tuttora in prima linea perché il fenomeno è tuttora presente purtroppo nella sua drammaticità. “Ho ritenuto molto importante convocare l’Associazione ex Esposti - dice Battista Ghisu – perché di amianto si muore e non bisogna abbassare la guardia. Occorre avviare un processo di sensibilizzazione tenuto conto che nel territorio sardo, Oristano e Marrubiu sono i due siti principali sedi di fabbriche mai bonificate. La presenza di amianto è ovunque e occorre che lo Stato e la Regione riconoscano questi due siti a rischio ambientale”.

Giampaolo Lilliu, da anni impegnato in prima linea, ha ribadito che si è in presenza di una bomba ambientale: “In tutta Italia i siti delle fabbriche sono stati bonificati – spiega Giampaolo Lilliu – a Oristano e Marrubiu, sedi delle due fabbriche avviate negli anni ‘60, ciò non è stato fatto. Basta scavare solo 5 centimetri per capire cosa ci sia sotto. La sensibilità al problema amianto dell’Amministratore della Provincia non è cosa da poco visti i tempi e occorre a tutti i livelli che questi due siti vengano trattati al pari di Casale Monferrato. I morti non si contano più, l’ultimo in Provincia di Oristano è stato un architetto. Occorre rivedere il protocollo di sorveglianza sanitaria ed estenderlo non solo agli ex esposti ma ai loro familiari, cioè a coloro che sono entrati in contatto con le fibre di amianto: figli, mogli, zii, fratelli, nonni”.

Lilliu richiama ad una maggiore sensibilità da parte soprattutto delle istituzioni perché l’amianto è ovunque, come verificato dal censimento porta a porta, realizzato dall’Associazione, a Oristano negli anni passati, dove l’amianto è presente nelle tubazioni dell’acqua potabile e nei Consorzi di Bonifica, nei serbatoi dell’acqua, negli edifici pubblici, nei tetti delle case in tutto l’oristanese e in altre parti della regione.

“Smaltire l’amianto costa e spesso viene abbandonato nell’ambiente dove abbondano le discariche abusive. Come Amministratore della Provincia - commenta ancora Ghisu - ritengo opportuno sollecitare la Regione in modo tale che le direttive e i finanziamenti in materia di bonifica e smaltimento amianto vengano riviste e che questi due siti industriali vengano riconosciuti quali aree ad alto rischio ambientale e disposto, di conseguenza, il finanziamento per le bonifiche”L’impegno verso la Regione da parte dell’Amministratore Ghisu interesserà anche la necessità di adeguare i contributi ai cittadini per lo smaltimento dell’amianto dalle coperture.

Il dirigente del Servizio Ambiente Raffaele Melette ha spiegato, infatti, che la Provincia è dal 2022 che non fa più un bando per la rimozione e lo smaltimento amianto. “Nel bando 2022 - spiega il Dirigente - a fronte di 2 milioni e mezzo, abbiamo concesso contributi per circa 700 mila euro a 593 cittadini che avevano presentato domanda e ora stiamo per esaurire la graduatoria. I tempi sono lunghi e molto hanno anche rinunciato. Speriamo con le economie e nuovi finanziamenti di poter avviare un altro bando”.

“Occorre aumentare notevolmente gli importi dei contributi e incentivare i cittadini a rimuovere e smaltire l’amianto – ha concluso Ghisu – per questo occorre rivedere le linee guida della Regione ed avviare un nuovo bando, stabilendo delle premialità per i cittadini virtuosi e anche per coloro che hanno già realizzato i lavori. Chiederemo alla regione un contributo straordinario considerato che questa provincia ha pagato e sta pagando per questo disastro ambientale. Bisogna ringraziare Giampaolo Lilliu e l’Associazione ex esposti per queste battaglie iniziate negli anni Ottanta dopo un incontro con i lavoratori di Casale Monferrato dove i loro sospetti sulla pericolosità dell’amianto ritenuto cancerogeno e mortale, emersero in tutta la drammaticità”.

Le aree da bonificare nell’oristanese

La provincia di Oristano è la più esposta al fenomeno della presenza dell’amianto perché sede di due fabbriche: la Sardit a Oristano e la Cema Sarda di Marrubiu chiuse definitivamente dopo l’approvazione in Parlamento della legge 27 marzo 1992 n°257, che ha vietato l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto e ha disposto regole ferree per la decontaminazione e bonifica in tutto il territorio nazionale.

In Italia negli anni Sessanta in molte Regioni erano state aperte fabbriche per la produzione di prodotti contenenti cemento e amianto, fabbriche della morte che nessuno sospettava all’atto dell’apertura e dei primi posti di lavoro. Solo a Oristano ci lavoravano 240 dipendenti nella Sardit e in tutta Italia oltre 30.000.

Nessuno sospettava della pericolosità di queste fabbriche e di queste produzioni. Il sospetto arriva con le prime morti di mesotelioma pleurico e di asbestosi. Solo grazie alle dure lotte dei lavoratori interessati venne sensibilizzato il Parlamento e il Governo e così si arrivò alla chiusura di queste fabbriche e bandire a livello nazionale ed europeo l’amianto ritenuto cancerogeno.